Visita al Ghetto Ebraico nella Roma dell’ 800

ghettoE’ da oggi possibile vedere come era l’antico Ghetto Ebraico di Roma in una ricostruzione virtuale realizzata all’interno dello stesso Museo Ebraico.Il progetto farà rivivere, attraverso un tavolo interattivo, uno dei quartieri più affascinanti e ricchi di storia del nostro paese. Un viaggio tridimensionale in 3D lungo 150 anni. La ‘geografia del ghetto‘, come era alla fine dell’800 prima che venisse demolito, per attuare il piano regolatore del 1883.

Il ghetto di Roma è uno dei più antichi del mondo (si trova tra tra Lungotevere ed il Portico di Ottavia sotto il Campidoglio), nato nel 1555, all’inizio vi risiedevano circa 3.000 persone, quando venne demolito ne conteneva circa 7.000 e dobbiamo per forza fargli una visita e rientra nelle cose da vedere a roma in poco tempo.

Il ghetto, come altri quartieri scomparsi negli anni della demolizione sono stati rappresentati dai dagherottiti in bianco e nero dei Fratelli Alinari, ma anche da una serie di acquerelli realizzati da Ettore Roesler Franz, tra il 1878 e il 1896 intitolati Roma sparita che documenta scene di vita quotidiana dell’epoca e ha fornito utilissime informazioni alla realizzazione del progetto.

Il ghetto è stato anche protagonista nella seconda guerra mondiale, con il suo rastrellamento effettuato il 16 ottobre 1943 dai nazisti, ove furono catturati oltre mille ebrei. Dopo aver circondato il quartiere alle prime luci del giorno, reparti delle SS sequestrarono numerose persone, soprattutto in via del Portico d’Ottavia. Da uno dei due palazzi rinascimentali della via, posto al numero civico 13, chiamato dai locali “il portonaccio“, furono infatti prelevate a forza molte delle persone poi deportate. I prigionieri furono rinchiusi nel Collegio Militare di Palazzo Salviati in via della Lungara. Trasferiti alla stazione ferroviaria Tiburtina, furono caricati su un convoglio composto da diciotto carri bestiame. Il convoglio, partito il 18 ottobre, giunse al campo di concentramento di Auschwitz il 22 successivo. Soltanto diciassette deportati riusciranno a sopravvivere, tra questi una sola donna, e nessun bambino.

La ricerca bibliografica archivistica ha consentito, inoltre, il reperimento dei documenti catastali e urbanistici necessari per una ricostruzione metrica accurata degli edifici, permettendo il proporzionamento di tutti gli elementi, compresi quelli osservabili esclusivamente dalle fotografie e nelle opere d’arte. Nel tessuto edilizio di fine ‘800 del ghetto, osservabile dalle fotografie si presenta come un vero e proprio mosaico di strutture antiche architettoniche inglobate in edifici successivi, torri medievali con portali rinascimentali, prospetti scanditi da alte finestre rettangolari.

Tutto il materiale iconografico reperito è stato raccolto all’interno di un database consultabile attraverso vari criteri di ricerca (autore, data, tipologia di documento, edifici rappresentati, toponimi) e una immagine è stata geolocalizzata realizzando una mappatura definitiva di tutte le strade e i vicoli facendo chiarezza anche su alcune ambiguità nella localizzazione fino ad oggi rimaste irrisolte. La modellazione tridimensionale si è svolta procedendo per isolati, le cui singole particelle sono state costruite virtualmente sulla base di informazioni desunte dal materiale iconografico.

Ingresso 11 euro intero.

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